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POLITICA DELLE RISORSE UMANE

Il patto sociale con le risorse umane è un risultato composito di tante micro politiche: 
  1. la  politica dei giovani: dal 1991 le assunzioni, a qualsiasi livello di responsabilità e competenza, hanno sempre privilegiato l’inserimento di giovani, neodiplomati o neolaureati;
  2. la politica della formazione: politica forte di valori e di un sapere consolidato del management strategico; ogni giovane ha sempre avuto a disposizione una relazione formativa forte, completa, trasparente e qualificata, che trasferisse prima di tutto i valori della società e poi il sapere;
  3. la politica retributiva: sempre in anticipo rispetto alle richieste di tutti i lavoratori, diffusa  ed equilibrata. In una parola, premiante.
  4. la politica della assenza di conflitti: ogni conflitto deve sempre passare attraverso un tentativo di recupero e di composizione, con l’obiettivo, da sempre realizzato, della assenza di contenziosi legali con i propri dipendenti ed ex dipendenti.
  5. la politica della sicurezza: non solo OHSAS 18001 a presidiare il lavoro per garantire che ogni operazione sia svolta nel segno dell’assenza di infortuni, ma anche una forte convinzione che la sicurezza sia un valore fondante del patto sociale con i collaboratori;
  6. la politica del welfare: un orecchio  che, dal basso verso l’alto, ascolta ogni necessità, sia di lavoro che personale. La tutela di tutte le posizioni lavorative considerate nel contesto del mondo del lavoro deboli (giovani, donne, handicap).
La politica delle risorse umane così definita è frutto  di una radicata  cultura di assunzione di obblighi volontaria, ritenuta più ampia e vincolante delle norme cogenti: questo il senso di un patto sociale forte.